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un bambino mentre sta facendo i capricci

Il mio bambino è sempre arrabbiato

Il tuo bambino è spesso arrabbiato e mostra atteggiamenti aggressivi verso voi genitori, coetanei oppure insegnanti? Quante volte avete perso la pazienza e vi siete sentiti stanchi di questi comportamenti? Quante volte vi siete sentiti inermi e non capaci di gestire eventuali scoppi di rabbia di vostro foglio a casa oppure, per esempio, a casa di amici?


Per imparare a gestire al meglio la rabbia dei nostri bambini dobbiamo prima comprenderla!

Diventando consapevoli dei bisogni del nostro bambino, di quello che potrebbe aver generato la rabbia, potremmo poi individuare la strategia migliore da utilizzare in quel particolare momento!

Nota bene che la rabbia come tutte le altre emozioni necessita di essere espressa. Sopprimere la rabbia potrebbe aumentare la probabilità di una messa in atto di un gesto pericoloso verso se stessi o gli altri! Interveniamo solo quando riteniamo che la manifestazione della rabbia risulta essere sproporzionata alla situazione che sta vivendo il nostro bambino. Se la riteniamo sproporzionata chiediamoci il perchè!

La rabbia, se ben utilizzata, ci permette di segnalare a noi stessi e agli altri quali siano i confini invalicabili del nostro territorio psicofisico e ci aiuta a sviluppare una profonda consapevolezza su ciò che è “buono” per noi e su cosa fare per ottenerlo, su ciò che ci danneggia e come evitarlo.

M.Morganti (2014)

Che cos’è la rabbia?

La rabbia è una emozione primaria, uno stato affettivo universale e adattativo. Essa ci segnala una minaccia o il mancato soddisfacimento di un proprio bisogno e ci prepara a reagire e contrastare la minaccia percepita. Quando siamo arrabbiati sentiamo nascere una dolorosa impotenza, che ci accompagna a un’intensa collera verso chi riteniamo essere la causa di questa sofferenza o verso noi stessi, perchè non ci opponiamo a chi ci ostacola. La rabbia, infatti, può essere diretta verso :

  • chi provoca la frustrazione;
  • una persona diversa da chi provoca la frustrazione (spostamento dall’obiettivo originale);
  • noi stessi (autolesionismo e auto-aggressione).

Possiamo provare rabbia per diversi motivi: per una delusione, per non essere stati capiti, per dover fare qualcosa che non vorremmo fare, per un danno arrecatoci, per essere stati allontanati o abbandonati, ecc

Come si manifesta?

Quando proviamo rabbia si verificano dei veri e propri cambiamenti fisici che sono universali in tutte le culture:

  • urla, pugni chiusi, irrequietezza motoria, viso contratto;
  • comportamento aggressivo (verbale e fisico);
  • aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa;
  • il respiro si velocizza;
  • allentamento dei freni inibitori, diminuzione della capacità critica di giudizio;
  • postura rigida volta a camuffare l’emozione provata se in famiglia la rabbia non è ben accetta!

Come gestire la rabbia di vostro figlio?

Alcuni consigli utili:

  1. cerchiamo di capire e scoprire insieme a lui quali sono le situazioni che attivano la rabbia (“Che cosa ti fa sentire così?) e in che modo possiamo agire su di esse;
  2. chiediamoci che cosa ci sta comunicando con la rabbia prima di rispondergli;
  3. possiamo chiedergli di rappresentare quello che sta provando su di un foglio da disegno;
  4. cerchiamo di trattenerci nel dire: “Sta tranquillo, non c’è nulla per cui essere arrabbiato” oppure nel metterlo in castigo. Si rischia di non farlo sentire compreso. Inoltre, se castigato potrebbe pensare che sia sbagliato esprimere la propria emozione;
  5. insegniamo che non è sbagliato provare rabbia ma che può essere espressa in modo più funzionale, senza far del male agli altri o a se stesso;
  6. facciamo sentire al bambino che lo accettiamo anche quando prova questa emozione;
  7. impariamo anche noi adulti ad autoregolare la nostra rabbia cercando di essere un modello per il nostro bambino.

Dott.ssa Ilaria Fattori

Riferimenti

M. Morganti, (2014). Gestire la rabbia, mindfulness e mandalaper imparare a controllare e usare questa emozione coinvolgente. Le Comete FrancoAngeli. Milano;

www.tagesonlus.org

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