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frutta e verdura

ALIMENTAZIONE E PSICOLOGIA INFANTILE

Instaurare un buon rapporto con il cibo già dall’infanzia è molto importante per prevenire patologie alimentari serie, come l’anoressia o l’obesità.

Per esempio, per quanto riguarda l’obesità, secondo i dati del Ministero della salute l’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini con obesità del 9,4%, compresi quelli con obesità grave che rappresentano il 2,4% [1].

A volte capita che ci siano bambini che costruiscono un rapporto poco equilibrato con il cibo per esempio bambini che sin da piccoli iniziano a mangiare troppo, oppure troppo poco, che mangiano solo certi cibi e/o non mangiano frutta e verdura.

Ma perché succede questo?

I bambini così come gli adulti, mangiano principalmente per un bisogno fisiologico, la fame, ma non solo per questo, a volte mangiano perché devono, a volte mangiano per noia o perché sono tristi, la cosiddetta “fame emotiva”.

Mangiare è un’attività cui l’individuo attribuisce molteplici significati. Numerosi studi hanno, infatti, dimostrato che l’alimentazione, fin dai primissimi anni di vita, rappresenta un momento fondamentale nella vita dell’individuo, in cui s’intrecciano elementi emotivi e cognitivi. Già nel neonato l’alimentazione assume forti connotazioni comunicative e simboliche: la relazione madre-bambino, che si sviluppa nel momento dell’alimentazione, è centrale sia per la formazione del legame di attaccamento sia per la strutturazione dei rapporti di reciprocità, base del futuro sviluppo della comunicazione intenzionale e dell’articolarsi della conoscenza di sé e del mondo [2].

COME FAVORIRE UN BUON RAPPORTO CON IL CIBO

Se il tuo bambino manifesta un rapporto poco equilibrato con il cibo ecco alcuni suggerimenti di carattere generale:

  • create un clima sereno a tavola;
  • non usate il cibo per premiare o punire;
  • non costringete i bambini a mangiare o a finire tutto quello che hanno nel piatto chiedendo piuttosto di regolarsi in base ai segnali di fame e sazietà. Se si vuole educare a non buttare via il cibo, può essere utile piuttosto chiedere di prendere prima una porzione piccola e poi eventualmente chiederne ancora;
  • introducete frutta e verdura fin dalla tenera età, in caso di vegetali dal sapore forte, come i cavoli o i carciofi, non vi arrendete al primo rifiuto ma ritentate ogni tre mesi. I gusti dei più piccoli cambiano in fretta e potreste scoprire che ciò che fino a ieri non piaceva, oggi è diventato uno dei suoi piatti preferiti;
  • giocate con i colori e l’aspetto del cibo per invogliare a sperimentare;
  • non etichettate i bambini con nomignoli come per esempio “mangione” o “scheletro”;
  • date il buon esempio, il comportamento alimentare si apprende, il bambino impara dagli adulti che per lui sono i punti riferimento. Se per esempio siete abituati a riempirvi il piatto di grandi quantità, probabilmente lo faranno anche i figli perché sono indotti a farlo; se mangiate davanti alla tv, anche i figli impareranno a farlo; se ancora uno dei due genitori o entrambi non mangiano verdure, è probabile che anche i figli sviluppino un certo rifiuto per gli ortaggi. A volte però capita che i figli finiscano per fare esattamente l’opposto di ciò che viene richiesto dai genitori e questo succede se gli viene imposto come un obbligo, è molto importante quindi, il modo con cui ci si approccia al proprio figlio;
  • fate una visita dal vostro pediatra: in presenza di un problema alimentare “è importante interpellare il proprio pediatra”. Lui, analizzando peso e crescita, vi saprà dire se il bimbo sta crescendo bene nonostante il suo modo di mangiare vi possa preoccupare;
  • interrogatevi: chiedetevi se è cambiato qualcosa nella sua vita per esempio se c’è una situazione tesa in casa, un cambiamento appena avvenuto nella sfera del bambino che ha un po’ scombussolato la sua vita, l’arrivo di un fratellino per esempio. Un disagio alimentare nel bambino è un campanello d’allarme. Il bimbo sta cercando di dirci attraverso il cibo che qualcosa non va;
  • se rifiuta il cibo NON insistete “l’insistenza genera sempre una resistenza. Se il bambino non mangia, insistere non serve a nulla. Il cibo può diventare un’arma nelle mani del bambino nei confronti dei genitori;
  • se il bambino mangia troppo, cioè, se chiede il cibo NON perché ha fame, ma per colmare una mancanza, un rimedio può essere spostare l’attenzione su qualcosa che gli piace fare e in passioni che ha.

Dott.ssa Chiara Brocco

RIFERIMENTI

[1] salute.gov.it

[2] Strepparava, M. G., & Rezzonico, G. (1994). Rappresentazioni cognitive nel dominio della nutrizione: processi fisici di trasformazione del cibo e del corpo. Vita e pensiero.

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